Google riscrive i titoli in SERP: guida a Title Tag Update
Google Title Tag Update è appena stato rilasciato e online si leggono già i primi resoconti allarmati sui suoi effetti, tanto che l’aggiornamento si è aggiudicato il soprannome di Titlepocalypse. Ecco che cosa sappiamo finora e le best practice da conoscere.
Cos’è Google Title Update
Google Title Tag Update è l’ultimo aggiornamento dell’algoritmo di Google ed è stato rilasciato proprio qualche giorno fa dall’azienda di Mountain View.
Come annunciato da Google stesso nel suo Search Central Blog, l’aggiornamento riguarda il modo in cui Google genera i titoli delle pagine web nella propria SERP e nasce dall’intento di fornire la migliore User Experience alle persone, andando ad agire direttamente sulla qualità dei titoli presenti in rete.
In poche parole, il motore di ricerca ha iniziato a riscrivere autonomamente i titoli mostrati nei risultati di ricerca, selezionando le informazioni che ritiene più pertinenti per rispondere alle domande che gli utenti digitano in rete.
L’algoritmo colpisce principalmente:
- Title tag troppo lunghi
- Title tag troppo generici (ad esempio l’uso di “home” anziché una keyword rilevante)
- Title tag caratterizzati da keyword stuffing
Google Title Tag Update: cosa sta succedendo
Come emerge dai primi commenti online, l’impatto di Google Title Tag Update sul traffico di alcuni siti si sta rivelando a dir poco allarmante, tanto da valergli il soprannome di Titlepocalypse, l’apocalisse dei titoli.
Infatti, anche siti ben rodati, con pagine che ricevevano anche migliaia di visitatori al giorno hanno rilevato un drastico calo nel CTR, a fronte di Impression invariate.
A quanto pare, tutto merito della generazione automatica dei titoli in SERP.
Tra le lamentele più comuni ci sono:
- Title che non rappresentano correttamente il focus della pagina
- Title troncati
- Title che non sono accattivanti
- Title scritti interamente in caratteri minuscoli, anche all’inizio di frase
- Title che indicano una location diversa rispetto alla posizione reale dell’azienda
In effetti, anche il mio articolo Vendere su Facebook: ecco perché 5 euro di budget al giorno non bastano non è esente (e nemmeno la meta description, ad essere onesti!). Ecco cosa ho fatto quando Google ha modificato il mio title nei risultati di ricerca.
Google riscrive i titoli delle pagine in SERP
Google afferma che ci sono vari modi in cui l’algoritmo può riscrivere il titolo in SERP qualora non scelga di affidarsi al Title Tag HTML, primo fra tutti l’H1 utilizzato in pagina che sembra essere il fattore predominante.
Altri elementi che il motore di ricerca prende in considerazione però sono:
- altri titoli nella pagina (H2, H3, ecc.)
- porzioni di testo messe in evidenza sulla pagina attraverso l’uso di uno stile particolare (font più grande, grassetti, ecc.)
- altre porzioni di testo sulla pagina
- anchor text ritenuti significativi
Va inoltre precisato che, se prima di Google Title Tag Update i titoli dei risultati di ricerca potevano variare a seconda della query digitata, ora che l’aggiornamento è stato rilasciato, non sarà più così: il Title generato (o approvato da Google, qualora quello originale sia di suo gradimento) rimarrà inalterato indipendentemente dalla query.
Sopravvivere a Titlepocalypse: le best practice
Sebbene Google affermi che creare buoni Title tag HTML sia sufficiente per non incorrere nelle ire di Titlepocalypse e che anzi, di tutti i contenuti utilizzati il Title Tag HTML è ancora il dato preso in considerazione nell’80% dei casi.
Sulla base della mia esperienza, perciò, ecco alcuni consigli su come creare Title Tag adeguati al nuovo aggiornamento:
1. Scrivere titoli brevi
Sebbene un tempo bastasse l’assunto “al massimo compaiono i tre puntini, ma Google legge tutto il Title tag e indicizza correttamente la pagina”, oggi non è più così. Come visto in più casi, Google può tranquillamente tranciare il titolo. Questo avviene anche per far sì che il brand sia visibile in SERP, fattore che il nuovo algoritmo sembra prediligere. Il consiglio quindi è quello di scrivere meta title brevi, di certo che non superino i 60 caratteri consigliati (e se possibile anche meno).
2. Fare attenzione agli anchor text utilizzati
Google, infatti, ha già dichiarato che le ancore sono elementi di interesse nel caso in cui abbia l’esigenza di generare un titolo automatico.
3. Non infarcire i meta title di keywords
Non è una novità che il keyword stuffing non sia ben visto da Google. Scrivere title significativi, naturali e che includano solo le parole chiave rilevanti, è la via da perseguire. Niente “Google Title Tag Update cos’è, come funziona, cose da sapere, nuovo aggiornamento dell’agoritmo di Google novità SEO” e chi più ne ha, più ne metta, per intenderci.
4. Assicurarsi che l’H1 sia ottimizzato
Proprio perché Google sembra partire dall’H1 in mancanza di un title tag HTML adeguato, è meglio ridurre la poesia e puntare su Headings funzionali e che rispecchiano correttamente il tema della pagina.
5. Fare in modo che l’H1 non sia troppo lungo
Vedi sopra.
6. Usare consapevolmente i titoli in pagina
Old but gold, i titoli sono elementi importanti nella SEO on page. Per questo, ogni pagina deve avere un solo H1, non quanti ne vogliamo. A scalare ci saranno gli H2, che possono essere molteplici e introducono gli argomenti principali, gli H3 che – proprio come dice il nome – hanno un peso inferiore e vanno a suddividere i paragrafi e così via.