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Link interni e SEO: a cosa servono e perché sono un MUST
Link interni e architettura SEO
Negli anni mi è capitato di ricevere spesso richieste per la stesura di testi per siti web la cui struttura era già stata decisa a priori, senza aver condotto uno studio sull’architettura delle informazioni e sull’esperienza che l’utente doveva fare del brand.
A parte la premessa infelice (eseguire qualcosa senza aver fatto ricerca strategica, di solito, non porta esiti eccellenti), mandare online un sito non ben articolato può tradursi in uno sgambetto sia nei confronti del posizionamento, sia dei risultati che ci aspettiamo da esso.
Lo so: quando si parla del web, sembrano molto peggio un brutto design o immagini che non valorizzano il brand. Eppure vi assicuro che nei gironi dell’Inferno del web development, siti brutti e siti non ottimizzati occupano lo stesso livello.
Perché se non pensi con cura l’architettura del tuo sito, i rischi sono due:
- innanzitutto, potresti scegliere una struttura che a te sembra perfetta ma è lontana anni luce da come i tuoi clienti si muovono al suo interno;
- potresti utilizzare i link interni in maniera sbagliata, penalizzandoti sul fronte SEO.
A che cosa servono i link interni
Non tutti sanno che, assieme alla sitemap, i link interni sono il modo con cui Google naviga all’interno del sito, lo esplora e scopre i nuovi contenuti.
Proprio come se il sito fosse una città e le sue pagine gli edifici che la popolano, i link interni sono le strade che la collegano, fanno ordine nei quartieri e permettono alle persone di spostarsi da un luogo all’altro.
E, proprio come nelle zone più frequentate e importanti della città, le arterie principali hanno una portata maggiore, così i link possono veicolare più o meno valore alle pagine verso cui si diramano.
Sono quindi fondamentali perché il motore di ricerca si possa spostare da una parte all’altra del sito e, quando sono mal disposti nell’architettura, possono far perdere il vantaggio competitivo, confondere il crawler o attribuire grossa importanza a pagine che, in realtà, sono solo marginali nella nostra strategia, riducendo così le possibilità di conversione.
Priorità delle informazioni
Immaginate il vostro sito web come un corpo umano, dove la home è il centro nevralgico e le pagine sono tutte le altre parti del corpo.
La home, infatti, è una delle pagine più importanti perché è quella da cui tutto ha inizio e dalla quale si dirama ogni altra pagina.
Quando arriva su un sito, dopo aver consultato il file robots.txt e la sitemap, non c’è altro punto dal quale Google inizi a esplorare. Ed, esattamente come un centro nevralgico, tutto ciò che si dirama direttamente dalla home è gerarchicamente più importante delle pagine secondarie a cui arrivano link di secondo o terzo livello.
Perciò, linkare o meno una pagina particolarmente importante in home, non è solo una questione estetica (“non sta bene nel menù”, “non vogliamo troppe Call to Action”, “il pre footer non è bello pieno di link”), ma una scelta strategica da tenere in particolare considerazione.
Crawler Budget: quanto vali per Google
Direttamente collegato alla priorità delle informazioni, il Crawler Budget è il tempo che Google dedica alla scansione di un sito web.
Infatti, per quanto potenti, anche le risorse di Google sono limitate di fronte a milioni di contenuti online. Per questo il motore di ricerca dedica a ciascun sito un budget specifico e lo distribuisce sulle pagine da esplorare.
Un po’ come quando, in vacanza, scegliamo le attività più importanti da fare e su cui investire la maggior parte delle nostre energie, tralasciando tutto ciò che risulta marginale, difficile da raggiungere o meno importante.
Va da sé che, partendo dalla home, tutte le pagine più vicine ad essa verranno scansionate con più puntualità di quelle lontane anni luce.
Consegnare un messaggio a Google
Quando si parla di motori di ricerca, non esiste un modo per obbligare l’algoritmo a fare (o non fare) quello che vogliamo noi. Possiamo solo dargli delle indicazioni su come muoversi (Scansionare o meno delle pagine, indicizzarle e così via).
L’uso dei link interni è un ottimo modo per comunicare con Google e indicargli quali sono le pagine più importanti per noi.
Puntando verso di esse più link interni (che non significa più link interni possibile, ma un’attività di linking sensata e non forzata) con anchor text che riportino keyword di valore, possiamo dire al motore di ricerca che quella pagina è importante per un dato argomento.
L’uso del blog, di una struttura ben pensata per far navigare l’utente attraverso il sito e di un menù e un pre-footer studiati, in questo, aiutano moltissimo.
Link Juice: il succo multivitaminico della SEO
Proprio perché i link sono un messaggio importante per Google, nell’ottimizzazione di un sito è fondamentale considerare anche l’autorevolezza delle pagine già online.
Infatti, se una pagina si posiziona bene in SERP, significa che per Google quel contenuto è autorevole e risponde in maniera completa e soddisfacente a una determinata query di ricerca.
Quando una pagina autorevole ha al suo interno un link, quindi, quello che fa è passare una parte della sua autorevolezza alla pagina di destinazione attraverso il Link Juice. Google allora ragionerà così:
“Se una pagina che io ritengo autorevole mi sta dicendo che, per quella specifica keyword, quest’altra pagina è un contenuto di valore, allora la ritengo un’informazione affidabile e le do maggiore visibilità in SERP.”
Concludendo
Ça va sans dire che progettare l’architettura di un sito tenendo conto dell’importanza dell’internal linking e di tutti i fattori collegati, è un’attività strategica quantomeno fondamentale.
Il mio consiglio è uno: prima di decidere l’architettura e farvi disegnare il sito, parlate con un SEO specialist e dategli il contatto del vostro Web Designer. Insieme faranno faville!